PROCLAMATO UFFICIALMENTE IL PRIMO SCIOPERO DEI COMMERCIALISTI

Dopo l’annuncio fatto al termine della manifestazione di piazza dello scorso 14 dicembre, ora è arrivata anche la proclamazione ufficiale: dalla mezzanotte del 26 febbraio fino alla mezzanotte del 6 marzo 2017 i commercialisti incroceranno le braccia per la prima volta nella loro storia.
A renderlo noto le sette sigle sindacali di categoria (ADC, AIDC, ANC, ANDOC, UNAGRACO, UNGDCEC e UNICO), che ieri, tramite un comunicato stampa, hanno ricordato le ragioni che indurranno alla prima astensione collettiva.
“Gli ultimi provvedimenti legislativi – si legge nella nota –, quali il DL 193/2016 e la legge di stabilità 2017, hanno disatteso le aspettative di semplificazione, aggravando adempimenti e disconoscendo ancora una volta il rispetto dello Statuto del Contribuente”. Di qui, l’idea dello sciopero nazionale, deciso per “dare voce e corpo alla protesta e al rifiuto della ormai inaccettabile vessazione dei contribuenti e dei professionisti che li affiancano”.
L’astensione riguarderà, in particolare, due attività: la rappresentanza dei contribuenti in seno alle Commissioni tributarie e l’invio delle dichiarazioni annuali IVA relative al 2016, la cui scadenza quest’anno è stata anticipata al 28 febbraio.
Durante gli otto giorni di sciopero, in ogni caso, dovranno comunque essere garantite le prestazioni indispensabili previste dall’art. 5 del Codice di autoregolamentazione. Tra queste, il rispetto di un orario minimo di apertura non inferiore alle due ore giornaliere; la predisposizione delle buste paga; la predisposizione e la consegna al cliente del modello F24 per il pagamento di tributi e contributi e delle dichiarazioni fiscali e tributarie, qualora venissero richiesti per il pagamento (nel caso degli F24) o la trasmissione (per le dichiarazioni) in forma autonoma; assistenza e consegna di documentazione in caso di accesso di organi ispettivi per accertamenti fiscali o tributari; il rispetto dei termini perentori prescritti nell’ambito di procedimenti tributari o civili in merito alle attività di attestazione o in presenza di concordati.
In più, i professionisti che parteciperanno all’astensione dovranno manifestare chiaramente la loro volontà di aderire (nei prossimi giorni, un Vademecum redatto dalle associazioni chiarirà a chi mandare l’adesione) e, entro 10 giorni dall’inizio dello sciopero, saranno tenuti a rendere apposita comunicazione anche alla clientela. Con tale comunicazione, ai sensi dell’art. 3 del Codice, bisognerà rendere note le modalità di effettuazione dell’astensione, gli orari di apertura e le prestazioni minime garantite anche nel corso di quegli otto giorni.
Il tutto per mettersi al riparo da eventuali sanzioni irrogate dall’Agenzia delle Entrate per il tardivo invio delle dichiarazioni. In realtà, questo pericolo dovrebbe essere escluso a prescindere, anche perché si parla di un diritto, quello di scioperare, costituzionalmente garantito e regolamentato da un apposito codice.
Nei prossimi giorni, ad ogni modo, le sette associazioni di categoria dovrebbero incontrare i rappresentanti del MEF e dell’Agenzia, non solo per capire se ci possano effettivamente essere i margini per una revoca dello sciopero (che potrà essere comunicata fino a cinque giorni prima della data di inizio) ma anche per illustrare ai rappresentanti dell’Amministrazione finanziaria le modalità di svolgimento dello stesso.
Preso eventualmente atto della volontà dei commercialisti di confermare l’astensione, l’Agenzia dovrebbe, a quel punto, disporre con proprio provvedimento uno spostamento della scadenza per l’invio delle dichiarazioni annuali IVA al 7 marzo, ovvero al primo giorno successivo al termine dello sciopero. Se non dovesse farlo, ai professionisti (e solo a questi ultimi, in quanto titolari della delega per l’invio) potrebbero arrivare le sanzioni per la trasmissione tardiva delle dichiarazioni.
In quel caso, si potrà agire in autotutela per chiedere l’annullamento della sanzione, dimostrando di aver partecipato all’astensione, la cui proclamazione è stata già comunicata, da parte delle sigle sindacali, a tutte le autorità competenti indicate dal Codice (Agenzia delle Entrate, CNDCEC, Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria, ecc.).
Per certificare la propria adesione allo sciopero non bisognerà fare altro che seguire tutti i passaggi sopracitati. Questi ultimi verranno ricordati dai rappresentanti delle associazioni nei diversi incontri che nelle prossime settimane si terranno sul territorio per sensibilizzare i colleghi alla partecipazione e inseriti nel Vademecum appositamente dedicato allo sciopero che sarà diffuso fra qualche giorno.

Per maggiori delucidazioni puoi contattare lo Studio Dott. Rag. Giancarlo Mandorino Commercialista a Piacenza.

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